Anatomia Patologica
La Induratio Penis Plastica (IPP) è detta anche malattia di La Peyronie dal chirurgo francese che l’ha scoperta. La prima segnalazione sulla malattia, infatti, fu fatta da Andrea Vesalio nel 1550, ma la prima descrizione clinica fu scritta da Francois De La Peyronie nel 1743, è costituita da una fibrosi localizzata della tunica albuginea del pene, ovvero della guaina che riveste i suoi corpi cavernosi.
La IPP si sviluppa spesso in maniera subdola, iniziando con un ispessimento di una o più zone della tunica albuginea fino ad arrivare ad una placca calcifica, dura, nella parte interessata, che porta a una curvatura del pene più o meno importante che talvolta impedisce anche la penetrazione, con associate difficoltà erettive ed erezioni dolorose. Le cause sono incerte: si ipotizzano quali fattori eziologici i microtraumi che si possono verificare durante i rapporti sessuali o traumi di altra natura. Per quanto riguarda le cure, l’ obiettivo della terapia è soprattutto quello di ridurre i sintomi ed arginare l’evoluzione della malattia. Inoltre si utilizzano anche meccanismi di trazione per il raddrizzamento del pene e nei casi più gravi si può procedere a alla correzione chirurgica dell’incurvamento. In generale, quanto prima è effettuata una corretta diagnosi, tanto migliori saranno i risultati che è possibile aspettarsi delle terapie.
Incurvamento congenito del pene
La curvatura del pene costituisce un problema molto più diffuso di quanto si pensi: un recente studio documenta che non meno del 7% dei maschi italiani è affetto da questa patologia. Questo tipo di curvatura, dal termine stesso ”congenita” significa presente dalla nascita. Il problema è caratterizzato da una asimmetria nella lunghezza dei corpi cavernosi. Vi può essere una difficoltà al rapporto sessuale per la particolare geometria del pene nella forma congenita non vi sono difficoltà di erezione ed il pene è solitamente di dimensioni normali, nell’adulto la retrazione prodotta dal tessuto cicatriziale può determinare una importante perdita di lunghezza del pene, e si può associare un deficit di rigidità, anche grave. Ci sono rimedi?
Fortunatamente sì. La curvatura, se grave, può essere operata, con buoni risultati in termini di raddrizzamento. L’ obiettivo finale sarà ottenere un pene diritto, di adeguata lunghezza, e con buona rigidità, con sensibilità e capacità di eiaculazione immodificate.
L’incurvamento congenito del pene è una anomalia è dovuta nella maggior parte dei casi alla sproporzione nello sviluppo dei corpi cavernosi. La diagnosi di solito viene effettuata durante la pubertà quando il paziente con l’erezione si accorge della malformazione anatomica, quando trova difficoltà di penetrazione o quando, anche per le caratteristiche anatomiche della partner, causa dolore durante il rapporto sessuale.
Al momento in cui ci si trova ad avere a che fare con pazienti affetti da questa patologia, ci sono vari fattori da tenere in considerazione: il grado della curvatura, l’effetto psicologico che ha sul paziente, eventuali difficoltà anche dal punto di vista della partner. Il grado di curvatura come già detto si verifica a pene eretto. Molto spesso è difficile per il paziente venuto in ambulatorio avere un’erezione, visto l’ambiente evidentemente non confortevole, si può quindi indurre l’erezione farmacologicamente con l’iniezione di farmaci nei corpi cavernosi (soluzione per altro poco adottata vista l’invasività) o si chiede al paziente di fotografare da varie angolazioni il pene eretto in modo da verificarne la curvatura.
L’aspetto psicologico è una parte molto importante e delicata e va affrontato con attenzione. Nel parlare col paziente si deve capire bene quanto psicologicamente la presenza dell’incurvamento incide sulla vita sessuale. Molti, pur non avendo problemi nel rapporto o incurvamento troppo accentuati, vivono questa cosa come una menomazione. Il lavoro del medico è quindi quello di far capire che se non ci sono problemi sessuali si può vivere bene anche con il pene non perfettamente dritto. Infine il punto di vista della partner come detto non va sottovalutato. Per caratteristiche anatomiche anche un lieve incurvamento può causare dolore, quindi difficoltà nel rapporto sessuale.
Terapia
La terapia è medica e chirurgica e varia in base al grado di incurvamento.
Si possono effettuare delle plicature della tunica albuginea in caso di incurvamenti lievi, mentre in quelli più accentuati si usa la tecnica di Nesbit che consiste nell’asportazione di una piccolissima losanga di tunica albuginea dal lato convesso per raddrizzare il pene. Se l’intervento viene svolto nel modo corretto, i risultati sono davvero notevoli, il pene si raddrizza perfettamente e la funzione sessuale rimane invariata.
TECNICA CHIRURGICA PER LA CORREZIONE DELL’INCURVAMENTO CONGENITO DEL PENE
Le due tecniche chirurgiche maggiormente utilizzate sono: la plicatura dell’albuginea e la tecnica di Nesbit.
Il primo passo è il “degloving” del pene, ovvero l’esposizione della fascia di buck, che è la fascia che ricopre i corpi cavernosi. Si incide poi la suddetta fascia dal lato convesso dell’incurvamento senza andare a ledere il fascio vascolo nervoso, infine a seconda del grado di curvatura si procede nel modo seguente:
-1 Si possono effettuare delle plicature della tunica albuginea in caso di incurvamenti lievi. La tecnica consiste nel posizionamento di punti introflettenti (significa che il nodo del punto rimane all’interno del punto stesso, in modo da non essere percepito al tatto dal paziente) sulla tunica albuginea dei corpi cavernosi dal lato convesso dell’incurvamento. La plicatura permette di ridurre il pessuto di corpo cavernoso in eccesso ristabilendo la proporzione in tutti e due i lati.
-2 L’intervento di Nesbit è indicato nei casi di incurvamento congenito consistente. Questo intervento consiste nell’escissione di una piccola losanga romboidale di tunica albuginea dei corpi cavernosi dal lato convesso dell’incurvamento, e nella successiva sutura in senso trasversale rispetto all’asse del pene utilizzando sempre punti introflettenti.
L’intervento non ha grosse complicanze se eseguito correttamente e da mani esperte, è bene sempre precisare al paziente che purtroppo il raddrizzamento implica una minima perdita in lunghezza, in virtù dell’accorciamento dal lato convesso del pene.